Quando ci si trova di fronte un testo come quello di Giuliana Sgrena sorgono numerose riflessioni che meriterebbero più spazio, ma che per ovvie ragioni non potranno essere affrontate qui in maniera esaustiva. Pertanto, oltre a rimandare alla lettura del libro edito da Il Saggiatore, è opportuno segnalare l’incontro con l’autrice che si terrà domani 30 Settembre alle 18:00 presso Lìbrati, la libreria delle donne di Padova.
Un compendio sul maschilismo nelle religioni (e non solo), che senza averne la pretesa si rivela abbastanza esauriente, sembra non svelare nulla che già non si sappia, eppure il valore di quest’opera risiede proprio nel rifiuto, più o meno esplicito, da parte delle istituzioni religiose di mettere veramente in discussione l’ipostatizzazione del patriarcato.
Ancora oggi i maschi tolgono la parola alle donne. Succede soprattutto nelle istituzioni religiose. Ne è un esempio il Sinodo sulla famiglia, che si è svolto in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015 e che, per l’argomento trattato, avrebbe dovuto avere nelle donne un interlocutore prioritario. Su 253 partecipanti le donne erano 35, di cui 18 mogli di coppie ‘felici’, 3 suore e 14 uditrici, tutte senza diritto di voto, con poco tempo per parlare e non nei gruppi di lavoro.
In questa produzione ibrida l’autrice cede la parola proprio alle religioni, riportando alcuni passi tratti dai libri sacri dei tre monoteismi (Ebraismo, Cristianesimo e Islam), fondendoli nel testo con interviste e testimonianze raccolte durante la sua carriera di cronista e, ancora, con elementi del suo vissuto personale (dall’infanzia nell’Italia bigotta degli anni cinquanta, fino al rapimento in Iraq). Continua a leggere