Un arcipelago dà il titolo a questo romanzo (in uscita il 19 giugno), e paragonabile ad un arcipelago è la storia che affiora, ora dolce ora aspra, a seconda dei momenti e dei punti di vista, dalla calma ordinata della narrazione.
La vicenda si basa su un fatto drammatico, realmente accaduto: nel 1989 un charter partito da Bergamo, con 144 persone a bordo, si schianta su una montagna delle isole Azzorre. La figlia di una delle vittime, venticinque anni dopo, decide di partire per il luogo del disastro, alla ricerca di una verità che sente di non avere ancora.
Occhi, sesso, stomaco e lingua: vasi riversi di piombo sottile sotto la curva morbida della mia schiena. Acqua tutt’intorno.
Per la seconda volta, un uomo che diceva di amarmi se ne andava, e in quel momento, nonostante fossero diversi, i due tipi di abbandono mi sembravano la stessa cosa.
La protagonista è la voce narrante: il suo è un viaggio fatto di persone e luoghi, di testimonianze, ricordi, reticenze, incontri fortuiti e voluti. Da ciascuno di questi incontri ne esce rafforzata, arricchita, consapevole del suo venire a patti con il passato.
Lo stile è ricco, sobrio, delicato. Accompagna il lettore, lo tiene per mano durante il cammino in saliscendi attraverso una natura struggente.
Il modo migliore per conoscere un posto è camminare, misurare lo spazio, relazionare la distanza alla lunghezza delle proprie gambe e l’altitudine alla propria fatica. Questo è il mio quarto giorno sull’isola: è arrivato il momento di iniziare le misurazioni.
La fotografia a pagina 155 è un suggello d’amore che chiude alla perfezione questa bellissima testimonianza.
AZZORRE
Cecilia M. Giampaoli
Neo Edizioni
pp. 156
Anno di pubblicazione: 2020
Euro 14,00