Tra il silenzio e il tuono, di Roberto Vecchioni (Einaudi), è l’ultima fatica letteraria del professore, famoso, soprattutto negli anni settanta, come cantautore “impegnato”. Si tratta di un’opera inquadrabile come non-fiction, cioè con contenuti non finzionali e fondati, o perlomeno fortemente ispirati, dalla realtà.
Il tessuto del libro è costituito da una serie di lettere che un nipote scrive a suo nonno sugli avvenimenti della sua vita, dall’infanzia, alla giovinezza e oltre. Il nonno non gli risponde mai, interloquendo invece con personaggi anche famosi, un po’ come Herzog, il personaggio creato da Saul Bellow che scriveva lettere mai spedite a Nietzsche e Heidegger.
Con il passare degli anni le traiettorie di nipote e nonno s’intersecano e il lettore comprende che si tratta della stessa persona colta in periodi diversi della propria esistenza: il versante empirico, il nipote, narra i fatti della vita, da un esame universitario, a un amore finito, mettendo in scena il lento sgocciolare dell’esistenza. Continua a leggere