VOCI SULLO STATO DELL’EDITORIA

Si parla tanto, con maggiore o minore cognizione di causa, di editoria, dello stato di salute dell’editoria italiana, del grande numero delle case editrici medie, medio-piccole e piccole, delle difficoltà di distribuzione e della scarsa visibilità in libreria dei libri pubblicati dalle piccole case editrici.
Si parla anche delle numerose librerie indipendenti che non riescono a resistere sul mercato e, una dopo l’altra, chiudono. Mi sembra interessante porre alcune domande ai soggetti direttamente interessati: oggi tocca a Fabio Croce, titolare dell’omonima casa editrice indipendente romana, e a Tonino Puccica, titolare della libreria indipendente Enoteca letteraria di Roma.

Domanda: Dai vostri differenti ma ‒ credo ‒ non distanti punti di osservazione, quale ritenete essere il principale ostacolo alla diffusione dei libri editi dalle piccole case editrici? In che modo la distribuzione gioca il ruolo determinante che le viene attribuito nell’opinione diffusa anche fra i non addetti ai lavori?

Risposta FABIO CROCE: Il sistema di distribuzione libraria è radicalmente cambiato in peggio negli ultimi anni: i grandi distributori come il gruppo Messaggerie e Mondadori sono anche proprietari dei più importanti marchi editoriali italiani e badano a proporre i loro prodotti al pubblico sostenendoli con ottimi investimenti economici in pubblicità. Il resto è in fuori gioco non perché propone prodotti editoriali peggiori dei loro, ma perché semplicemente non ha gli strumenti economici per sostenerli degnamente. Continua a leggere

SCRIVERE È UN TIC di Francesco Piccolo

A trent’anni dalla sua prima pubblicazione per minimum fax, Einaudi ripropone Scrivere è un tic, il primo libro di Francesco Piccolo.

Il sottotitolo I metodi degli scrittori è chiaro sul contenuto, infatti in questo centinaio di pagine Francesco Piccolo ordina una specie di sua personale collezione di citazioni di scrittori che parlano del loro rapporto con la scrittura, di cosa significa essere scrittori e di come è scandita la giornata di uno scrittore.

Credo che Scrivere è un tic, per chi lo legge adesso, possa continuare a raccontare con una certa spietatezza la vita quotidiana di uno scrittore e i vari modi in cui mette in atto il suo sforzo creativo – e possa così essere utile sia a chi è curioso di fare un giro nel mondo della scrittura, sia a chi ha il desiderio di raccontare e vuole capire come lo fanno gli altri. È allo stesso tempo inquietante e rassicurante, perché rende la scrittura un mestiere comprensibile in cui c’è bisogno di fatica e costanza come in qualsiasi altro mestiere. È una rapida terapia di educazione creativa.

Se fosse uscito oggi per la prima volta potremmo dire che è l’ennesimo libro che parla di scrittura scritto da uno scrittore, ma nel 1994 il panorama editoriale era ben diverso rispetto a oggi e i libri sulla scrittura come questo erano merce rara sugli scaffali delle librerie. Continua a leggere