“Tra le maggiori e più originali scrittrici francesi contemporanee, Ernaux è autrice di libri intensissimi, scritti in una prosa essenziale con il passo dei classici, che hanno conquistato un vasto pubblico di lettori…”
E così a leggere la quarta di copertina si capisce la ratio di questo librino: andare a pescare in quel vasto pubblico di lettori pronti a sùggere ogni sillaba di Ernaux.
Cos’è questo libro? Una conversazione con Pierre Bras. Altro non ci è dato sapere.
Castelvecchi, quindi, ci vende una intervista che possiamo trovare disponibile in lingua originale e a costo zero in rete senza aggiungere nulla se non la traduzione. Nessuna introduzione, nessuna contestualizzazione, nulla, nemmeno mezzo strumento che permetta al lettore di orientarsi, solo un vago accenno a Bourdieu nella quarta.
Oltretutto, questa intervista, (e qui parlo delle domande), non è certo tra le migliori, anzi. La prima parte sembra non partire mai, mentre la seconda, pur migliorando ha troppe cadute. Insomma, degli apparati adeguati sarebbero stati molto utili a rinforzare questo librino che ha la pretesa stare in piedi sul solo nome di Annie Ernaux.
Gli appassionati di Annie Ernaux forse troveranno qualche pagina interessante ma nulla di nuovo.
Libro suggerito solo a chi ha letto e riletto tutti i libri dell’autrice tradotti in italiano e non conosce il francese.
La questione è appunto: esiste il letterario puro? Quindi, non posso dire “mi metterò su un piano puramente estetico”. Inoltre, ha forse notato che, rispetto ai miei primi testi, mi sono allontanata da una lettura sociologica, che era molto marcata in Il posto, Una donna e La vergogna. Con Gli anni, è la Storia a occupare il posto principale. Ma non potrei mai immaginare una forma letteraria slegata dai rapporti sociali.
SCRIVERE È DARE UNA FORMA AL DESIDERIO. Conversazione con Pierre Bras
Annie Ernaux
Castelvecchi (Cahiers)
Trad. Annalisa Comes
pp. 48
7.50 euro