PENELOPE di Silvana La Spina

Penelope, romanzo di Silvana La Spina ispirato alle vicende della sposa di Odisseo, è stato pubblicato per la prima volta da La Tartaruga nel 1998 ed è stato ripubblicato nel maggio di quest’anno.
Con scrittura elegante e al tempo stesso sanguigna, l’autrice rovescia tutti gli stereotipi ai quali siamo abituati: Penelope felicemente prigioniera del ruolo di donna paziente, Penelope moglie e madre che attende il ritorno dell’eroe infedele rimanendogli fedele, regina nel suo gineceo ma priva di ogni potere, tanto che perfino il figlio giovanissimo, Telemaco, la esclude con durezza e fermezza dalle decisioni importanti, rimandandola alle sue stanze, al suo telaio, alle “cose da donne”.
La storia di Penelope, come la ricostruisce e la reinventa Silvana La Spina, non inizia con l’attesa del ritorno del guerriero vagabondo, come se nulla di importante potesse esserle accaduto prima; già solo per il risalto che l’autrice dà alle vicende che precedono l’incontro e il matrimonio con Odisseo, questa Penelope ha un risalto da protagonista anziché da sbiadita figura di contorno in una storia tutta maschile, incentrata sul celebre marito, sul figlio Telemaco, sui Proci che aspirano a sposarla per regnare su Itaca.
Figlia abusata da un padre prepotente, sacerdotessa di Artemide, moglie saggia di un uomo che lei definisce non solo e non tanto astuto quanto crudele, donna passionale, innamorata di un uomo più giovane, abile tessitrice non solo di tessuti ma anche di trame di potere, di opportune alleanze, di piani ben architettati per raggiungere obiettivi importanti, conoscitrice dell’animo umano e consapevole della condizione di subalternità di tutte le donne come pure della fragilità nascosta del maschio:

E molte altre storie seppi. Tutte tristi. Di donne, disperate e decise a non farsi sconfiggere – ma sempre, sempre sconfitte. Greche. Troiane…
… nessun uomo può mettere in piazza la propria paura con gli altri uomini (ma con le donne? perché con le donne potete?).

Un tema rilevante che percorre tutta la storia di Penelope, nella versione di Silvana La Spina, è quello delle divinità femminili e in particolare di un culto vietato, il culto della più grande delle divinità femminili, la Magnifica, più potente di tutti gli dei: è evidente l’incompatibilità di un simile culto con una società rigidamente patriarcale. Infatti è un culto che viene praticato segretamente, a rischio della vita se si viene scoperte.
Nell’intreccio questo aspetto ha un ruolo molto importante e percorre tutta la storia come un fil rouge; ma preferisco non fare anticipazioni e lasciare a chi leggerà il romanzo il gusto della scoperta, perché questa Penelope è tutta da scoprire nelle sue molte sfaccettature.
Dell’immagine tramandataci dalla tradizione resta soltanto una caratteristica: la pazienza. Non fanno parte di quell’immagine la passionalità, un’astuzia pari a quella del marito, la capacità di decidere nel modo più saggio ma anche più coraggioso quando le cose si fanno difficili: e sono questi aspetti inediti, ben presenti nella rivisitazione di Silvana La Spina, a fare di Penelope una figura femminile potente e indimenticabile, ben lontana dalla regina triste che tesse di giorno e scuce di notte. Anche il finale ha il sapore di una sorpresa imprevedibile.

 

PENELOPE
Silvana La Spina
La Tartaruga
pp. 320
euro 18

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.