La piccola Mai soffre di una forma d’asma che le impedisce di stringere legami con i suoi coetanei. Il respiro affaticato con la quale convive la costringe a isolarsi dalle lunghe chiacchierate, dalle risate a pieni polmoni e dalle corse in cortile. Ogni giorno più chiusa in sé stessa, la meraviglia dei primi anni di vita è stata rilegata in una cantina nascosta del suo cuore.
Sotto stretto consiglio dei medici, i genitori decidono di mettere in pausa la scuola per farle trascorrere qualche mese in montagna assieme alla nonna. L’aria pulita che circonda la piccola dimora di quest’ultima potrebbe giovare al corpo e allo spirito di Mai. Una vita nuova: la speranza che un animo più felice guarisca anche i suoi polmoni.
Forse imparerei a vivere facendomi meno problemi, sgusciando tra le difficoltà come un pesce che nuota nell’acqua
Mai e la nonna non si sono viste spesso e, appena scesa dalla macchina, la figura minuta pronta ad accoglierla le incute timore. Capelli bianchi come la neve, fitte ragnatele sotto gli occhi e un sorriso accennato, senza denti in mostra, con un pizzico di furbizia come quella che possiedono le streghe. Non ha gli occhi a mandorla come i suoi: la nonna è di origini inglesi e la notte, quando aiuta Mai ad infilarsi sotto le coperte, ripete «‘night ‘night sweetie».
Il disagio provocato dalla convivenza con quella signora quasi sconosciuta spinge Mai a trascorrere le sue giornate fuori casa, sul promontorio della verde collina che le fa da barriera. Come un sipario che si apre, scopre un mondo così diverso da quello a cui era abituata in città da lasciarla interdetta: l’erba umida e l’aria tiepida del mese di maggio, i fiori e gli insetti che li abitano, gli scoiattoli che salgono rapidi sugli alberi e gli uccelli che si rincorrono in cielo. Come per magia, sente di esserne parte.
La vita è un intreccio di tante storie
Spinta da un incontenibile euforia, non riesce a non parlare alla nonna delle sue scoperte. Le due sorridono delle meraviglie che accadono fuori dalle mura della loro casa e, proprio grazie a questa neonata complicità, la nonna le rivela un importante segreto. Forse Mai riesce a sentire la natura proprio perché, come le sue antenate, anche lei è una strega. Scopre come i poteri di quest’ultime siano mutate a seconda delle esigenze del mondo che le circonda: oggi alcune streghe sono brave in matematica, altre nei lavoretti di casa, altre ancora nell’essere buone e rispettose con i genitori. Ciò che sembra essere necessario per sviluppare i propri poteri, svela la nonna, è la forza di volontà.
“Ah, nonna, la forza di volontà può aumentare nel corso della vita? Non è determinata dalla nascita?” domandò Mai. ”Per fortuna si può fare, piano piano. Bisogna farla crescere a poco a poco, nel corso del tempo, come si rinforza chi nasce fisicamente debole.[…]”
Il legame che nasce tra nonna e nipote e che diventa indissolubile scorrendo le pagine, parla alla memoria dei lettori. L’estate che Mai trascorre con la nonna è un ricordo che accomuna, volendo aggrapparsi alla speranza, l’infanzia di ognuno. Lontani dalla propria casa abbiamo dovuto inventarci nuovi giochi con i quali intrattenerci, scoprire giardini che non erano i nostri, ubbidire a qualcuno diverso dai nostri genitori e, soprattutto, condividere le giornate con chi guardava la vita dal lato opposto rispetto al nostro: dalla vicinanza alla linea del traguardo, piuttosto che a quella della partenza. Ben presto si viene a capire che il terreno nel quale le due trovano argomenti di cui dialogare è la vita stessa, in tutte le sue forme: da quella fisica, affiancando la malattia di Mai agli acciacchi della nonna, a quella spirituale, incarnata nella forza della natura e nella magia che sembra governarla.
Un’estate con la Strega dell’Ovest è un tesoro nei romanzi di formazione del Giappone. Con l’eleganza distintiva della letteratura nipponica, rammenta come in un mondo chiassoso, caotico, frettoloso e sempre proiettato verso il domani, anche le voci più lievi e fiabesche che raccontano storie del passato abbiano un valore inestimabile. Per gli animi più nostalgici, le parole di Naho Nashiki sono una cura. La fine del capitolo che ognuno di noi, facendo nuovamente appello alla sopracitata speranza, ricorda come il più luminoso, non significa la sua totale perdita. Il ricordo è un potere che ognuno di noi può esercitare. Possiamo glorificare il fatto di essere il frutto di ciò che abbiamo appreso in quei giorni, unito alle parole di chi li ha condivisi con noi e alla magia con cui siamo stati capaci di arricchire ogni istante di realtà. Non possiamo far altro che preservare quella forza di volontà nel continuare a tendere l’orecchio ogni volta che ci troviamo in un prato fiorito, attendendo le voci delle fate. Il segreto della felicità, forse, è tutto lì.
“Devi ripeterti che qualunque cosa accada, “non è una ferita mortale”. In questo modo, anche se in quel momento non ti sembrerà, da qualche parte nel tuo corpo e nella tua mente nascerà il seme di una nuova forza vitale che germoglierà con vigore”
Un’estate con la Strega dell’Ovest
Naho Nashiki
Trad. Michela Riminucci
Feltrinelli (Universale Economica)
pp. 144
euro 10