VERSO IL MARE IN OGNI CASO di Carlo Zambotti


I bambini corrono, scappano, si inseguono. La bambina grassa ride. Il bambino biondo, col nasone, ride anche lui. Hanno la cartella sulle spalle, il bambino non le ha volute abbandonare sull’erba umida, si possono rovinare aveva detto. E la bambina non aveva trovato niente da ridire. Le cartelle piene di libri pesano sempre di più. Più fatica, meno forza dice allora la bambina grassa, saggia e stanca di correre. Più volontà meno lagne risponde il bambino. E non parlano più. Corrono.

Verso il mare in ogni caso di Carlo Zambotti è un libro frantumato, la storia è evanescente, non si capisce bene. I due protagonisti si rincorrono e si incrociano di racconto in racconto, prima bambini, fino a diventare adulti. Ci sono qua e là indizi a sufficienza per non essere del tutto disorientati, ma non è questo l’importante, non è la storia che fa stare in piedi il libro, anzi. All’evanescenza della trama fa da contrappeso la gabbia della struttura formale: ogni (mini) racconto ha per titolo una frase di entrata che è anche la frase che chiude il racconto precedente, a eccezione del primo, nel quale il titolo diventa anche incipit. A chiudere questa sequenza, le ultime parole dell’ultimo racconto (e quindi del libro) coincidono col titolo “…verso il mare in ogni caso” a sigillarne la circolarità. Continua a leggere

GIOVANNI RABONI (Milano, 22 gennaio 1932 – Parma, 16 settembre 2004)

Da LE CASE DELLA VETRA (1955-1965)
Cinema di pomeriggio

Quasi sempre, a quest’ora
arriva gente un po’ speciale (però
di buonissimo aspetto). Chi si siede
ma poi continua a cambiar posto,
chi sta in piedi, sul fondo della sala, e fiuta,
fiuta rari passaggi, la bambina
mezzo scema, la dama ch’entra sola,
la ragazza sciancata… Li guardo per sapere
che storia è la loro, chi li caccia. Quando
viene la luce penso che il cuore
gli si deve contorcere cercando
d’esser salvo più in là, di sprofondare
nel buio che torna tra un minuto Continua a leggere

IL GATTO DI MARMO di Ilaria Mazzeo


Paola e Carmine condividono la vita da quarant’anni, hanno vissuto una storia d’amore durata poco e poi la vita è andata avanti: lui è uno sceneggiatore e lei la sua assistente. C’è un film da presentare, ci sono i giornalisti da tenere a bada e ci sono da evitare tutte le altre seccature. È estate, c’è il sole, fa caldo e c’è il mare alla finestra:

Le porte del treno si chiudono.
«Finisco di scrivere una roba» fa, abbassando di nuovo la testa sulla tastiera.
Prendo il mio libro senza dire nulla. Sono abituata a non disturbare Carmine mentre lavora, le sue sceneggiature sono sempre state al primo posto nella sua personale classifica esistenziale, a discapito di qualsiasi altra cosa, persona o situazione.
Quando riemerge dallo schermo siamo quasi arrivati a Napoli. Si stiracchia, come dopo un lungo sonno, poi dice: «Alloggeremo ad Amalfi.»
«Bene.»
«Ho chiesto che la stanza sia vista mare, ho immaginato che ci tenessi.»
«Sei stato molto gentile.»

Tutto sembra quieto, di una mollezza rilassata, eppure a piccoli scarti si scivola. La direzione è segnata. Anche se non sappiamo esattamente come accadrà, sappiamo che accadrà. Continua a leggere

EDITH SÖDERGRAN (4 aprile 1892 – 24 giugno 1923)

Vierge moderne
Non sono una donna. Io sono una cosa neutra.
Sono un bambino, un paggio e una decisione ardita,
sono un ridente sprazzo di un sole scarlatto…
Sono una rete per tutti i voraci pesci,
sono un brindisi all’onore di tutte le donne,
sono un passo verso il caso e la perdizione,
sono un salto nella libertà del sé…
Sono il bisbiglio del sangua all’orecchio dell’uomo,
sono un brivido dell’anima, e della carne, brama e diniego,
sono un’insegna d’accesso a nuovi paradisi.
Sono una fiamma, incerta e audace,
sono un’acqua, che non si spinge oltre le ginocchia,
sono fuoco e acqua in leale rapporto senza condizioni… Continua a leggere

ELISABETH BISHOP (8 febbraio 1911 – 6 ottobre 1979)

Chemin de fer

Da sola lungo i binari
camminavo col cuore in tumulto.
Le traverse erano troppo vicine
o forse troppo lontane tra loro.

Un povero scenario; cespugli
di pini e di querce; al di là
delle foglie verdi e grigie
vidi il piccolo stagno

dove vive lo sporco eremita,
stendersi come un’antica
lacrima che si tien strette
di anno in anno lucidamente le ferite. Continua a leggere

LA PIÙ ODIATA DAGLI ITALIANI di Davide Bacchilega

Vincenzo Sarti è un allenatore di calcio burbero e tutto d’un pezzo. Nel suo lavoro è un padre padrone che ascolta tutti ma che poi decide sempre da solo, perché è lui che comanda e sua è la responsabilità, anche quando gli si presenta l’occasione della vita, anche se questa occasione lo pone davanti a un bivio insidioso.
A Bologna Vincenzo Sarti è un idolo, è riuscito a portare la squadra nelle zone alte della classifica, a un passo dal titolo. Ma adesso che proprio la squadra più odiata dagli italiani (e da Sarti) lo vuole come allenatore, cosa farà? Sarà disposto a venire a patti con i suoi arci-nemici? E quale sarà il prezzo da pagare?
Davide Bacchilega costruisce un romanzo a tre voci che nel suo dispositivo narrativo deve molto al giallo.
Oltre a Vincenzo Sarti a prendere la parola sono Maicol Cammarata, giornalista sportivo che non riesce a far decollare la sua carriera e Alex Rambaldi, bomber in declino che dovrà confrontarsi con una realtà professionale che si va complicando e che lo porterà a scelte inattese. Continua a leggere

L’ANALFABETA di Agota Kristof

Aprendo L’analfabeta bastano poche righe e subito siamo in una dimensione altra, una dimensione fatta di sensi che si accavallano e contaminano, in un’infanzia fatta di odori, colori e sapori piccoli, domestici, intimi:

L’aula di mio padre sa di gesso, di inchiostro, di carta, di quiete, di silenzio, di neve, anche in estate. La grande cucina di mia madre sa di bestia macellata, di carne bollita, di latte, di marmellata, di pane, di biancheria umida, di pipì dell’ultimo nato, di fermento, di rumori, di calore estivo, anche in inverno.

Ma soprattutto è un libro sulle parole, un racconto autobiografico sulle parole della piccola Agota, che fin da bambina legge e legge, racconta storie da lei inventate al fratello più piccolo e ancora legge: “Leggo. È una malattia. Leggo tutto ciò che mi capita sottomano, sotto gli occhi”. Legge per il nonno che orgogliosamente la fa esibire davanti ai vicini “E io leggo. Correttamente, senza errori, alla velocità che vogliono loro”. Continua a leggere

RAINER MARIA RILKE (4 dicembre 1875 – 29 dicembre 1926)

I
Respiro, tu invisibile poema!
Spazio puro del mondo, col nostro essere
scambiato senza sosta. Contrappeso
in cui s’attua il mio ritmo.
 
Onda unica di cui
io volta a volta sono il mare;
più esiguo di ogni possibile mare –
spazio che si conquista.
 
Quante parti di questi spazi furono
già entro di me. Quanti venti
sono come miei figli.
 
Mi riconosci, aria, tu piena ancora di luoghi un tempo miei?
Tu, una volta delle mie parole
liscia scorza, rotondità e foglio.
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L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI DI FREUD ASTAIRE di Angelo Zabaglio aka Andrea Coffami

Si contraddistingue per un misto di surreale e cinismo questa raccolta di racconti brevi e brevissimi che, pur con esiti altalenanti, riesce a raggiungere il suo obiettivo: essere disturbante e divertente.

Sono una trentina di racconti slegati tra loro ma che allo stesso tempo si tengono tutti.

Non serve nemmeno arrivare al titolo per imbattersi nei primi segni di un continuo gioco di infrazioni e diffrazioni che costellano tutta la raccolta. Il nome (doppio) dell’autore, il titolo e il sottotitolo, compongono quello che già può essere pienamente considerato testo più che paratesto. Angelo Zabaglio (e il suo alter ego Andrea Coffami), ci presentano istantanee di una realtà senza inibizioni, come sognata, dove i personaggi sembrano avvicendarsi senza sparire mai del tutto, in un gioco di continui mascheramenti. 

Il pop è una presenza debordante, che rimanda a un immaginario pieno zeppo di feticci anni ottanta, come se questi brevi pezzi di vita uscissero dai ricordi sognati e rimischiati di un quarantenne inceppato. Continua a leggere

PRIMO LEVI: IO CHE VI PARLO. Conversazione con Giovanni Tesio

In questo volume smilzo, Giovanni Tesio ci consegna una testimonianza nuova benché vecchia di circa trent’anni. Tre conversazioni con Primo Levi che si svolsero tra il 12 gennaio e l’8 febbraio, pochi giorni prima della morte dello scrittore.
Primo Levi è tra gli autori italiani più tradotti e più letti degli ultimi decenni. Di lui sappiamo molto, e la mole dei lavori critici che lo riguardano è ormai imponente, ma nel 1987, quando Giovanni Tesio si accingeva a raccogliere materiale per una biografia autorizzata, le cose erano in parte differenti.

Hai già in mente un piano di battaglia?

Inizia così, con una domanda dell’intervistato all’intervistatore. Tesio propone di procedere in ordine cronologico, e infatti Levi arriverà a parlare della resistenza, della sua cattura e dell’internamento a Fossoli, non oltre. Non ci sono riferimenti al periodo passato ad Auschwitz, solo qualche accenno alle esperienze lavorative subito dopo la guerra, null’altro. Continua a leggere

ALBUM FOTOGRAFICO DI GIORGIO MANGANELLI. Racconto biografico di Lietta Manganelli

Le biografie non sono tra le mie letture preferite, non sono neanche un appassionato di Giorgio Manganelli, lo conosco poco, ho letto due suoi libri e questo è tutto. Però questa è una biografia particolare: è la figlia Lietta Manganelli a raccontare il padre Giorgio, e lo fa partendo da centonove fotografie ordinate cronologicamente, che diventano presto, punto di partenza per divagare e raccontarci non tanto lo scrittore, ma l’uomo Manganelli, con tutte le sue debolezze e idiosincrasie.

Racconta Ginevra Bompiani che quando Calvino andò ad abitare a Roma attorno all’80, lo voleva incontrare e lo invitò a cena assieme ad Anna e Luigi Malerba, ma la cena fu un disastro, perché Manganelli arrivò molto prima e si volle mettere subito a tavola, per una specie di furia pignola che gli era venuta, sull’orario di cenare, per cui cenò da solo e se ne andò sgarbatissimo prima che gli altri si sedessero a tavola, questo per dire il suo carattere un po’ imprevedibile.

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CASCA IL MONDO di Nadia Terranova

Quella notte che sta tra prima e per ora, la terra ha tremato, la torre ha barcollato e la città è caduta, il castello è stato circondato con un nastro rosso e bianco. Per ora non deve abitarci nessuno.

Dove viviamo adesso, una signora ha appeso un lenzuolo con su scritto: BENVENUTI A TENDOPOLI.

A Oscar manca il suo coccodrillo, manca la sua casa, gli manca la vita di prima, di quando il terremoto non aveva ancora fatto franare le certezze e le parole non erano ancora perse. Sarà l’incontro con il piccolo Golan, in fuga dalla guerra, a restituirgli le parole e uno guardo a un futuro di nuovo sereno.

Non ha importanza se questo libro è stato scritto pensando a un terremoto in particolare o no, nessuna importanza nemmeno se la città del racconto è reale o soltanto immaginata, così come non conta l’altro dove della storia: il paese della guerra. Continua a leggere

PIÙ PICCOLO È IL PAESE, PIÙ GRANDI SONO I PECCATI di Davide Bacchilega

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Leggere parole così non mi era mai capitato. Neanche sentirle dire mi era capitato. Parole come queste non credevo neppure si potessero pensare. Voglio dire, non possono venire da una persona normale, ci mancherebbe. Neanche da una persona malata, per forza. Parole così vanno ben oltre, sicuro, e comunque.
Comunque sono arrivate discrete queste parole, come amano arrivano discrete le parole importanti: scivolano sulla carta, sotto la porta, fra le dita. Si rassegnano anche a farsi buttare via, il più delle volte.

Tre donne con un passato in comune, e che in comune hanno anche la volontà di cambiare vita, ricevono tre lettere terribili che danno l’avvio a una serie di omicidi. Michele, giornalista di nera sempre a caccia di notizie; Gola Profonda, la sua fonte privilegiata, sempre pronto a passare cattive notizie d’altronde: “le cattive notizie sono buone notizie”; Mauro, un tanatoprattore che fa il suo lavoro, (cioè ricompone le salme), con particolare scrupolo, sognando di andare a un quiz tv; una donna con un dolore irrimediabile alle spalle, e poi un pugno di imprenditori e professionisti a completare la fauna che abita questo romanzo corale nel quale le vite dei personaggi si incrociano o semplicemente si sfiorano nel vivere quotidiano della provincia, dove anche ciò che è nascosto non resta mai segreto. 
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SOTTRAZIONE di Carlo Sperduti

sperduti_sottrazioneCarlo Sperduti con Sottrazione costruisce una raccolta di racconti, editi e inediti, che, oltre alla caratteristica cifra stilistica dell’autore, sembrano essere accomunati solo da una struttura formale: la progressiva riduzione dei caratteri impiegati nella scrittura di ogni singolo pezzo.

Sono trentaquattro racconti divisi in tre sezioni: Prima sottrazione. Da 18233, Seconda sottrazione. Da 5213 a 2019, Terza sottrazione. Da 1964 a 163.

Il libro si apre con una Prefazione di Fabio Viola, ma questa è una prefazione poco ortodossa e molto in linea con l’autore che presenta, infatti, Fabio Viola, si può dire scriva un contributo alla maniera di Sperduti su Sperduti.

Alla fine del volume è presente anche una Appendice. Anche questa non è una vera appendice, sono Re minori in micro fiabe, ovvero microracconti di due o tre righe giocati su una sillaba: Re. Continua a leggere

ISOLE MINORI di Lorenza Pieri

isole-minori-lorenza-pieri-eo-1Con Isole minori Lorenza Pieri costruisce un romanzo a due facce, che pur presentando qualche disarmonia, rimane una prova narrativa di valore e una lettura molto gradevole.

In duecento pagine attraversa quarant’anni, (dal 1976 al 2012), raccontando la vita della protagonista passando per le varie tappe della sua [esistenza] e della sua famiglia. L’arco temporale del racconto si dilata fino a inglobare la storia di come si sono sposati i genitori di Teresa, la protagonista, e di come sono arrivati al Giglio portando con loro Nonnalina, e ancora fino alla vita passata di Nonnalina. Vita passata perché è come fosse altra da quella donna che adesso è la nonna, una vita che sarà svelata alla protagonista dalla sorella maggiore Caterina, come fosse una delle storie che le racconta la sera prima di dormire. Ma questa è una storia terribile e segreta, una storia letteralmente in-credibile.

E poi c’è la Storia con i suoi piccoli fatti, cose piccole che forse in pochi ricordano, come l’episodio che apre il libro: le proteste legate al soggiorno obbligato di Freda e Ventura sull’isola del Giglio; e l’altro pezzo di storia che entra nel romanzo: la Concordia. Uno in apertura e uno in chiusura, quasi a sigillare il libro. Continua a leggere