ANCORA UN DOMANI. RACCONTI IN 3D di Guido Vianello

Per il suo terzo libro Vianello accantona (speriamo provvisoriamente) il commissario Silvestri (https://www.84charingcross.com/i-racconti-del-commissario-silvestri-indagini-nella-venezia-metropolitana-di-guido-vianello/) per proporci un’esplorazione nella realtà in 3D. Il calembour del sottotitolo Racconti in 3D ci fa presagire una narrazione che si sviluppi sulle tre coordinate spaziali, ma l’autore – attribuendo una ambivalenza semantica a quel 3D – allude a uno spazio interiore che si sviluppa lungo le coordinate esistenziali da lui denominate: Dinamiche, Dettagli, Diari. Ecco svelato il senso di quel sottotitolo così coerente con la tendenza dell’autore a giocare con le parole e con il loro significato.

Nell’ultimo racconto Quadro, dove si parla di una tela del Tintoretto (ancora una plurivalenza semantica: quadro/tela, quadro/cornice, quadro/insieme) nel dialogo tra lo zio e il nipote ci viene consegnata la chiave di lettura: “… è come se ci muovessimo in uno spazio triangolare, definito da dinamiche collettive, dettagli accidentali, diari sentimentali”. Ovvero le nostre esperienze si muovono dentro a questo schema a 3D, analogamente al nostro muoversi nello spazio.

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I RACCONTI DEL COMMISSARIO SILVESTRI. INDAGINI NELLA VENEZIA METROPOLITANA di Guido Vianello

IL COMMISSARIO SILVESTRI E LA NOSTALGIA PER UNA CITTÀ PERDUTA

“Papà, ma perché in questo campo non c’è nessuno?”
“Cossa ti disi, Biagio?”
“Quando passiamo di qui è sempre vuoto. Sento solo l’acqua della fontanella. Chi ci abita?”.
“Che domanda: veneziani, come noialtri. Poi, guarda sono arrivati dei bambini con il pallone!”
“Dove?”
“Là, dove c’è scritto Casa israelitica di riposo, vedi? Dai, chiedi di giocare con loro. Io ti aspetto qui, sulla panchina”.
“Mi vergogno, papà!”
(dal racconto “Il destino dell’onda”)

È veneziano il commissario Silvestri.
Il personaggio uscito dalla penna di Guido Vianello ci accompagna per 230 pagine attraverso una città riconoscibile per luoghi e atmosfere, ma, come annunciato nel titolo, ci conduce anche attraverso quel ponte translagunare che, come un filo di yo-yo, allontana e avvicina il “pesce” della città storica all’area metropolitana. Continua a leggere

WORKS di Vitaliano Trevisan

works_coverL’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Questo Art. 1 della nostra Costituzione deve averlo avuto ben ficcato in testa Vitaliano Trevisan, tanto quanto le parole del padre che gli dice:
«che se volevo qualcosa dovevo guadagnarmelo, che così andava il mondo ed era ora che capissi da dove veniva».
E Vitaliano Trevisan nel suo ultimo libro Works ci mostra tutta la fatica fatta negli ultimi quarant’anni per cercare di capire da dove veniva (il denaro). Ha dovuto costruire un monumento della sua carriera di homo faber, non un monolite, ma una costruzione ardita fatta di materiali spuri, di personaggi stravolti nella loro inconsapevolezza di essere protagonisti di una severissima ricerca personale, prima ancora che sociologica, su un territorio (il Nordest) e un’epoca (gli anni ’70, ’80 e ’90).

che se volevo qualcosa dovevo guadagnarmelo, che così andava il mondo ed era ora che capissi da dove veniva;

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