Gaio sapeva di essere il meno considerato tra i figli di Germanico, forse al pari delle sue sorelle. Ma non solo non si infuriava per questo, anzi portava pazienza e cresceva all’ombra di tutti, imparando quanto più poteva e sfruttando la sua capacità di aggirarsi per il palazzo imperiale come un fantasma per spiare chiunque gli capitasse a tiro. Non dimenticava la promessa che aveva fatto a Germanico: l’avrebbe vendicato, avrebbe restituito dignità alla sua famiglia, convinto di essere il solo, tra i suoi fratelli, che avrebbe potuto tenere testa a Tiberio e ai suoi scagnozzi.
Tra i tanti imperatori di Roma, Franco Forte sembra divertirsi e occuparsi solo di quelli più folli, come nel suo romanzo Caligola: Impero e follia e come aveva già fatto nel suo romanzo Roma in fiamme, nel quale ci racconta la storia dell’imperatore-poeta Nerone.
Quello che la storia ci tramanda di Caligola è la sua follia che fece di un cavallo un senatore ma, quello che quasi sempre viene taciuto, è che molto spesso la rivoluzione, l’opposizione e la resistenza sono gesti simili e degni solo dei folli.
E così Franco Forte scava e scardina la storia, la tradizione, che racconta sempre e solo una sola versione e ci fa scoprire un Caligola più umano, inerte e debole sotto la cascata del potere.
Finalmente suo padre, ovunque fosse, l’avrebbe guardato, pieno di orgoglio e di affetto, con il consenso che si riserva ai vincitori.
Aveva trascorso i primi venticinque anni della sua vita in disparte, ignorato da tutti, preoccupato di non mettersi mai in risalto, di non risultare aggressivo e carico di protervia come tanti che aveva visto innalzarsi per poi finire nella polvere, e la sua strategia si era dimostrata vincente. Gli altri erano morti, o erano stati mandati in esilio, mentre lui…
E dove c’è la storia c’è il romanzo, il dipinto letterario di un personaggio che non ha potuto fare a meno di essere quello che è, di diventare ciò che era destinato ad essere: l’imperatore di Roma. Ma Roma non è mai una questione semplice, come non lo è il potere che partorisce paranoia, angoscia, e solitudine, trappole dalle quali il piede di Caligola non ha la prontezza di fuggire.
Franco Forte, grazie alla sua bravura, ci restituisce l’uomo più che l’impero, l’emozione cancellata dalla storia, snocciola i perché che non siamo più abituati a chiederci, e al posto della follia subentra l’astuzia e la paura, il gioco e il sesso, il tradimento che più ci spaventa e più viene bisbigliato. Tutto, grazie alla sua ricostruzione, torna a una totalità umana, molto spesso dimenticata e seppellita in cinque righe di riassunto.
Si guardò attorno, ricordando i giorni in cui, da ragazzino, aveva abitato quella domus, seppure per poco tempo, e gli venne da sorridere.
«Io, padre, adesso sono imperatore» mormorò, avendo cura che nessuno potesse sentirlo.
Pronunciare quelle parole gli fece venire appetito, e battendo le mani richiamò i servi e i liberti che gli erano stati messi a disposizione.
CALIGOLA: IMPERO E FOLLIA
Franco Forte
Mondadori (Oscar Bestsellers)
pagg. 403
12.50 euro