
Perché a volte, nei momenti più impensati, per strada, puoi sentire l’anima lacerarsi, catturata dalla storia di qualcuno che ti è appena passata accanto.
La storia di Yair e Myriam è una storia vera, inventata, esiste altrove, nell’anima, nel cuore, nella speranza che ognuno di noi inizia a nutrire, una volta che legge questo libro, che l’amore si nasconde dietro i nostri gesti più insignificanti e qualcuno è lì, ad osservarli, capirli e alla fine, quasi per magia, amarci.
È così che Yair nota Myriam, in mezzo ad un gruppo di persone ma lei è diversa da tutti gli altri, questo Yair lo capisce subito perché percepisce in lei, nei suoi gesti, nel suo sguardo, la voglia di allontanarsi, isolarsi, andare via. Per Yair, la fragilità di questa donna, e quindi la sua bellezza, si racchiude in questi suoi primi gesti, attirandolo ed emozionandolo, ormai è tardi, non può più resistere o ignorarla.
Amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.
Yair non perde tempo, nella sua logica illogica, chiede a Myriam un rapporto epistolare, aperto, sincero, vuole le anime nude, senza barriere o finzioni, le chiede di sopportare i turbamenti di un uomo che oscilla tra l’ammirazione e il disprezzo di sé, le chiede l’anima e lei risponde di prendersela. Tra una lettera e l’altra il tempo sembra infinito, l’attesa un’agonia, regna la paura di aver svelato troppo, di spaventare l’altra persona con ciò che realmente si è. Ma poi lei risponde, l’aria torna a circolare, il cuore a pompare. E in questo scambio epistolare nulla è mai scontato, immaginano vite diverse, passate, future, immaginano il loro passato insieme quasi mai il futuro e poi l’erotismo delle parole si sgancia da ogni convenzione e straripa nell’anima, nell’immagine, nell’immaginabile.
Come sempre Grossman ferisce con la sua sensibilità, ogni lettera è uno scavo interiore, ogni risposta un sogno. L’amore e l’anima vengono raccontati, esposti e investigati in un racconto che è tutto da scoprire.
Basta, non ce la faccio più. Una notte insopportabile (e pensare che forse non immagini nemmeno cosa sto passando!). Non ti ho ancora raccontato come è iniziato esattamente. Voglio dire, ho raccontato parecchio, direi che ci sono già tornato sopra una trentina di volte, ma a dire il vero ho parlato solo di te, e non sono capace di lasciarti andare senza che tu sappia cos’è successo a me in quei momenti.

CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO
David Grossman
Trad. Alessandra Shomroni
Mondadori (Oscar 451)
pp. 336
euro 13.50