Doppio sogno di Arthur Schnitzler, è un dipinto che non scolorisce mai.
Doppio sogno, è un dipinto che non scolorisce mai. Le sue tinte fosche, notturne, si animano di soprassalto dei colori di un ballo in maschera tanto eccitante quanto pericoloso. Ma tutti lo sappiamo e nessuno può negarlo: spesso le cose più eccitanti sono proprio quelle più pericolose. Potremmo rimanere sorpresi quando a cadere nella trappola della tentazione non è il classico dandy, (figura cardine della letteratura decadentista), ma uno stimato dottore dedito alla professione e alla famiglia. Avreste mai detto che proprio lui potesse cadere come un’idolo davanti al credente?! Forse sì.
Il fatto è che la fantasia è un’arma pericolosa della nostra mente, a volte ci libera e a volte ci imprigiona nella bellezza di un sogno o di un doppio sogno, e avvolti nella tela del ragno, con difficoltà si riesce a distinguere cosa è vero da cosa non lo è. Eppure quest’opera, con maestria e diligenza, intreccia due fantasie, una causa e una effetto: quella della moglie che confessa al marito di aver immaginato di tradirlo con un altro uomo, e quella del marito che sentitosi ferito da questa confessione, sconvolto, si butta in strada nel cuore della notte cercando vendetta, con addosso il bruciore di una fantasia proibita e nel cuore la voglia di realizzarla.
È così che la sua rabbia cieca, bollente, lo porta dove non sarebbe dovuto essere e il coraggio diventa stupidità: Eros e Thanatos si intrecciano in un ballo mascherato dove è impossibile vedere oltre le apparenze; le voglie diventano vizi e il dottore brama senza mai saziarsi, ossessionato da occhi che crede di vedere in ogni donna, anche in una prostituta, anche in una morta.
E poi tutto torna alla normalità. La confessione alla moglie, la redenzione, l’anima sembra essersi salvata, eppure qualcosa le è rimasto addosso. Il labirinto delle fantasie non lascia scampo.
Si portò alle labbra le mani della moglie. «In ogni donna – credimi, anche se può sembrare una facile affermazione – in ogni donna che credevo di amare ho sempre cercato te; ne sono convinto più di quanto tu possa capire, Albertine».
Ella sorrise triste. «E se anch’io avessi avuto voglia di cercarti prima in altri uomini?» disse, e il suo sguardo si trasformò e divenne freddo e impenetrabile. Fridolin abbandonò le sue mani, quasi l’avesse sorpresa mentre diceva una menzogna o lo tradiva; ma lei continuò: «Ah, se sapeste!» e tacque di nuovo.
DOPPIO SOGNO
Arthur Schnitzler
A cura di Giuseppe Farese
Adelphi (gli Adelphi)
pagg. 131
9 euro