JULIE DE CARNEILHAN di Colette

Allegri, protetti contro le avversità da una frivolezza che assomigliava al coraggio e che spesso lo generava.

Si potrebbe parlare per ore di Julie o con Julie e comunque non la si capirebbe, si uscirebbe fuori dalla conversazione confusi, appannati, inchiodati alla certezza di una bellezza senza fine né tempo che non smetterà mai di stupirci e affannarci. Eppure, a un primo sguardo superficiale, (superficiale come Julie), si potrebbe cadere nel fatale errore di credere che non ci sia nulla da capire, da approfondire. Colette ci dipinge un personaggio chiaro tanto nell’aspetto esteriore quanto in quello interiore: una donna bella, di buona famiglia, attaccata alle sue abitudini e ancor di più a sé stessa, al tempo che passa e la rende più bella, liscia, superficiale. E allora ci può venir da credere che Julie la conosciamo l’abbiamo incontrata forse un migliaio di volte nella vita o tra le righe di un libro. Però poi qualcosa cambia: Julie incontra il suo ex, Herbert d’Espivant.

L’una e l’altra volevano solo abbandonarsi a cuor leggero a un qualcosa che non avrebbe mai potuto essere chiarito

Con l’ingresso di Herbert nella vita di Julie e nella storia le cose cambiano repentinamente, i dialoghi diventano un duello, la disillusione cede alla speranza, il mondano lascia il posto alla nostalgia, una fragile montagna di pensieri cede sotto il terremoto di un amore che si pensava essersi spento. Ma non ci dimentichiamo che quest’opera è una commedia (d’amore?) e quindi non mancano colpi di scena, sarcasmo e amare risate così come spesso accade nella vita quando un ex torna a bussare alla porta.

JULIE DE CARNEILHAN
Colette
Trad. Rosetta Signorini
Adelphi (Piccola Biblioteca Adelphi)
pagg. 164
euro 12

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