LA CURA DELL’ACQUA di Sophie Mackintosh

Il genere maschile ha un virus che intacca quello femminile. Al solo tocco di un uomo, la donna riporta lividi, escoriazioni e nevrosi, diventa volubile e inizia a provare quel desiderio che la condurrebbe alla morte.

Le donne che si sono lasciate toccare fuggono dalla terra ferma verso l’isola che ospita un vecchio albergo dismesso. Lì vivono quattro donne e un uomo che sono riusciti a curarsi grazie all’acqua. Loro sono le uniche persone che possono salvarle.

Parte di ciò che rendeva il vecchio mondo così terribile, così propenso alla distruzione, era una totale mancanza di preparazione per le energie personali spesso chiamate sentimenti. Mamma ci ha parlato di questo tipo di energie. Pericolose soprattutto per le donne, essendo i nostri corpi già così vulnerabili, in modi in cui i corpi maschili non lo sono.

La mamma e King hanno ideato la cura dell’acqua. La testa viene tenuta sotto finché i polmoni iniziano a gridare. Inutile dimenarsi, loro sanno esattamente quando rialzarle dall’acqua. Un attimo prima della fine. Ancora, bere l’acqua di mare ripulisce l’organismo. Basta qualche bicchiere per scatenare il vomito e bisogna continuare finché la saliva non è rosa e tutto è stato ripulito.

Grace, Lia e Sky hanno il privilegio di poter godere di queste cure ogni giorno. Loro non hanno mai visto la terraferma. Per questo motivo, sono al sicuro dai batteri che la popolano.

Grace, la maggiore, è la più silenziosa. È devota a King e non disubbidirebbe mai alla mamma. Lia, al contrario, è impetuosa. Dubita,  e allo stesso tempo sogna gli altri esseri umani. Sky, la più piccola, ha il privilegio di non doversi chiedere nulla. Il mondo che vede è l’unico che conosce. La piscina dell’albergo per lei è solo un gioco.

Sky si toglie gli occhiali da sole e si alza in piedi. – Guarda, – dice. – È un po’ che mi alleno –. Va fino in punta al trampolino e incrocia il mio sguardo, aspetta che io le faccia un cenno col capo e poi si lancia in aria. Fa un salto mortale e fende di netto l’acqua. Non vuole altro che la mia ammirazione. Gliela concedo, perché, se il mondo appartiene a qualcuno, questo qualcuno è lei.

Il giorno in cui King scompare, tutto cambia. Il mare deve averlo ucciso, il suo corpo, disperso nelle acque. Lia pensa che magari tornerà come un fantasma. Ogni volta che arriva qualcuno sulla spiaggia è difficile distinguere se sia vivo o morto. Anche quei tre uomini appena arrivati, bisognosi di cibo e aiuto, sembrano incorporei: bianchi, blu, labbra viola. La mamma vuole proteggerle.

King non c’è più e loro devono fare attenzione a non lasciarsi toccare da quegli uomini infetti. Lia, soprattutto, deve fare attenzione. Eppure, Llew ha la sua età ed è così diverso. Lui la guarda spesso e a lei piace essere guardata. Sta iniziando.

La cura dell’acqua è il secondo romanzo dell’autrice Sophie Mackintosh, già nota per il suo Biglietto blu. Questa favola nera ha guadagnato i consensi della stampa, ed è stata paragonata a Ian McEwan e a Margaret Atwood. Soprattutto con quest’ultima sembra condividere una sensibilità particolare al tema della donna nella società e a quello dei legami di sangue, nel loro senso più viscerale e primordiale.

Lia, Grace e Sky, infatti, sono sorelle e, fin dall’infanzia, viene loro insegnato che questo è tutto ciò che conta. Se per dimostrare amore venisse chiesto loro di morire, accetterebbero senza esitare.

Ci saremmo ancora volute tutte quante bene, ma il senso era: se ci fosse un incendio, se due sorelle restassero intrappolate in quell’inferno e dovessero gridare un nome, l’unica cosa giusta da fare sarebbe scegliere la sola che il ferro impone di salvare. È importante ignorare ogni istinto contrario del tuo infido cuore. A questo eravamo abbastanza abituate.

Oltre a essere sorelle, tuttavia, sono donne e, quando Lia comincia a prenderne consapevolezza, le cose cambiano. I sentimenti più intimi, fino ad ora chiusi dentro a gusci appuntiti come quelli delle conchiglie, iniziano a lottare per emergere dagli abissi e nutrirsi della luce. Perché è questo che dà la vita: luce e acqua. L’acqua battesimale, l’acqua che disseta, l’acqua che nutre nel ventre materno. È l’acqua a dividere l’isola dal mondo crudele.
Le domande di Lia, non conoscono pace. Da che cosa devono essere davvero protette? Forse il vero pericolo è più vicino di quanto potessero immaginare.
Quella di Sophie Mackintosh è una storia dell’orrore, ma anche un racconto di verità. È l’estremismo, è ciò che accadrebbe se le donne si rifiutassero di essere tali e si chiudessero al mondo. È ciò che succederebbe se smettessero di lottare e accettassero di essere solo madri o sorelle. È la conseguenza del non raggiungere mai la riva.

Quelli che ti vogliono male sono gli uomini che non conoscono se stessi – sono loro i più pericolosi. Ti faranno tremare di paura in nome dell’amore, e la troveranno una cosa romantica. Sono loro quelli che odiano di più le donne.

LA CURA DELL’ACQUA
Sophie Mackintosh
Trad. Norman Gobetti
Einaudi (Supercoralli)
pp. 256
euro 19.50

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