Ho conosciuto Riad Sattouf alla presentazione che ha tenuto al Festival di Internazionale a Ferrara. Mentre, come dedica, mi disegnava il piccolo protagonista dai boccoli biondi (cioè se stesso) del suo magnifico romanzo a fumetti autobiografico, io sbirciavo di sottecchi, pieno di curiosità, la sua capigliatura scura.
La voce narrante dell’opera, appena tradotta in Italia da Rizzoli Lizard, L’arabo del futuro. Una giovinezza in Medio Oriente (1978-1984), già vincitrice in Francia del prestigioso premio Fauve d’or come miglior fumetto al Festival d’Angoulême 2015, è proprio quella del piccolo Riad che racconta i suoi primi sei anni di vita trascorsi fra la Francia, la Libia e la Siria seguendo gli spostamenti per lavoro del padre, professore siriano laureato alla Sorbona. Il bambino attira su di sé le attenzioni di tutti, anche a causa dei suoi capelli biondi (l’autore ha giurato, durante l’incontro, che erano proprio così nell’infanzia): i ragazzini arabi lo chiamano ebreo per questo, mentre i francesi lo considerano un arabo per il nome strano. È un alieno ovunque vada, ma ha dalla sua un carattere espansivo e una sana curiosità che gli fanno superare tanti inconvenienti.
Il periodo della vicenda è quello dei regimi di Gheddafi in Libia e di Hafiz al-Asad in Siria. Una situazione storica non facile, come la vita della gente comune a quel tempo, che è filtrata attraverso lo sguardo del piccolo che osserva perplesso il mondo degli adulti. Anche il tratto dei disegni è molto semplice, quasi infantile, a sottolineare l’innocenza del protagonista. È uno sguardo che fa sorridere, che incuriosisce, che commuove talvolta.
Assieme al protagonista altri due personaggi (la madre, francese, via via più dimessa e stanca e il padre, ossessionato dall’idea di rendere liberi i giovani arabi attraverso l’istruzione) accompagnano il lettore nel loro percorso, gli fanno intravedere la presenza di temi molto attuali, come l’estremismo religioso, la condizione della donna nell’Islam, il senso di superiorità dell’Occidente, e lo lasciano alla fine della vicenda con la voglia matta di continuare (l’opera è il primo capitolo di una trilogia).
Ho lasciato il piccolo Riad su un aereo che lo riporta in Siria e non vedo l’ora di rincontrarlo. Come non mi lascerò sfuggire l’occasione, la prossima volta che capiterà in Italia, di rincontrare il Riad adulto, l’arabo (del futuro) dalla voce gentile.
L’ arabo del futuro. Una giovinezza in Medio Oriente (1978-1984)
di Sattouf Riad
Traduttore Elisabetta Tramacere
Anno 2015
p.160
€ 20,00
Editore Rizzoli Lizard