LEGGIADRA STELLA – Lettere a Fanny Brawne di John Keats

Leggiadra stella copertinaEra il 1818 quando John Keats, rientrato dalla Scozia, si trasferì a Well Walk per dedicarsi alle cure del fratello Tom, malato di tisi.
In occasione di una serata mondana conobbe Fanny Brawne, che abitava con la madre e i due fratelli nella casa di Wentworth di proprietà di Charles Brown, amico e benefattore del giovane poeta.
Nessun colpo di fulmine fra i due. Keats era troppo preoccupato per le condizioni di suo fratello e Fanny, probabilmente, troppo vivace per non infastidirlo.
Quando Tom morì nel dicembre dello stesso anno, Keats si trasferì nell’ala della casa di proprietà del suo amico Brown, diventando così vicino della famiglia Brawne.
Ogni giorno vedeva Fanny dalle finestre del suo appartamento, parlavano, si scambiavano visite e biglietti e si innamorarono.
Chiedi a te stessa, amore mio, se non sei crudele per avermi irretito così, per aver distrutto così la mia libertà”.
Così scrive Keats nella prima delle sue trentanove lettere a Fanny raccolte da Archinto sotto il titolo di Leggiadra stella.
Lo stesso Keats è stupito dalla forza dei suoi sentimenti.
Lui che si era votato completamente alla poesia, ora si ritrova avvinto da un amore e una passione così brucianti che, fra i suoi amici, ci sarà chi incolperà il suo amore per Fanny come causa della sua malattia.
Questo amore ormai è un’ossessione che insieme alla consapevolezza del suo male trascina Keats in un vortice di sentimenti contrastanti e ambivalenti.
Ho due voluttà su cui meditare nelle mie passeggiate: la tua Bellezza e l’ora della mia morte. Oh, se solo potessi possederle entrambe nello stesso momento!”.
Lui sta morendo. La tubercolosi non gli darà scampo.
Lo sa, ha studiato come dresser (infermiere) ad Edmonton.
Ma Fanny è viva. Va a balli e cene, fa nuove conoscenze e questo le piace. Ma Keats non riesce a sopportarlo. La ama e insieme la invidia, ma soprattutto la sua vitalità è per lui quasi una colpa, perchè incarna più di qualsiasi altra cosa la loro incompatibilità.
Non c’è niente che divide più della morte.
E se prima era la poesia a renderlo straniero nel mondo, ora capisce che non ha nemmeno la vita da sacrificare e che la sua morte precoce gli strapperà poesia e amore insieme.
Se morissi – mi dicevo – non avrò lasciato alcuna opera immortale dietro di me, nulla che possa rendere i miei amici orgogliosi della mia memoria – ma ho amato il principio della Bellezza in tutte le cose, e se avessi avuto più tempo mi sarei fatto ricordare”.
Ma come dice Nadia Fusini nella sua prefazione è quasi impossibile che un vivo possa concepire l’idea di se stesso morto e Keats quindi, pur condannato, continua a sperare.
Entrambi continuano a credere, a fingere di credere, che una guarigione sia davvero possibile, fino a quando l’ennesima emorragia non lasciarà più campo alla speranza o alla finzione.
Il suo amico Brown, nel frattempo, è costretto ad affittare la sua parte di casa per recuperare un po’ di denaro e Keats dovrà trasferirsi nella vicina Kentish Town.
La sofferta lontananza da Fanny durerà poco. Keats non resiste e si presenterà alla sua porta con la febbre alta, quasi al collasso e la famiglia Brawne lo accoglierà e lo curerà amorevolmente.
Essere felice con te sembra talmente impossibile!Richiede una Stella più fortunata della mia!Non avverrà mai”.
Sono queste le parole che le scrive nell’ultima lettera spedita da Kentish Town, prima di presentarsi davanti alla sua porta, e anticipando ciò che accadrà dopo la sua partenza per Roma il 13 settembre 1820.
Dicendo addio a Fanny, Keats dice addio alla vita e all’amore.
Non gli scriverà mai una sola lettera dall’Italia e mai vorrà leggerne una di lei.
Parlerà di Fanny ad altri, in altre lettere, affermando che non può scriverle e che il solo vedere la sua calligrafia gli spezza il cuore.
Chiederà che le lettere di Fanny siano distrutte dopo la sua morte, che avverà a Roma, in Piazza di Spagna, il 23 febbraio 1821.
La prefazione di Nadia Fusini a queste lettere è bellissima, ma niente di quello che lei e tantomeno io possiamo dire, riuscirebbe a descrivere quello che si prova leggendole.
C’è tutto l’impeto del primo amore e la disperazione per una morte prematura.
Tutto l’egoismo di un amante possessivo e l’umanità di un grande poeta.
Keats, di volta in volta, si impone con violenza e subisce al limite del masochismo; pretende e dona; lotta e si arrende; spera ardentemente e patisce con disperazione la sconfitta da parte di un destino ingiusto.
Non sono lettere sentimentali, come si potrebbe pensare, ma al contrario piene di una passione e di un ardore portati al limite dalla consapevolezza di una fine imminente.
In breve, sono davvero tra le più belle lettere d’amore mai scritte, perchè, citando proprio la Fusini, “Nel loro candore, nella loro febbre, (…) ci incalzano a battere l’unico tempo che l’ebbrezza dell’amore conosca, quello spasmodico di quanto a danzare sono amore e morte, fino al diapason”.
Le lettere di Fanny, come detto, non ci sono più, ma Bright Star, il film tratto da queste lettere per la regia di Jane Campion (Premio Oscar per Lezioni di piano), riesce a darci un suggestivo punto di vista di Fanny Brawne, nella cui vita ordinata e tranquilla irrompe la passione per Keats e come, a sua volta, la sua presenza nella vita del poeta, l’amore che gli ispira assurgano a spinta e sprone per la creazione di quelle liriche che lo renderanno immortale.

Leggiadra stella – Lettere a Fanny Brawne
Di John Keats
Archinto (2010)
Traduzione di Eleonora Carantini
Prefazione di Nadia Fusini
pp. 96
€ 10,50
ISBN: 9788877685582

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