L’amore è un pappone insipido che sobbolle sul fuoco, sempre nutriente, sempre caldo. L’odio invece è una torre incrollabile, una colonna di fuoco. La sua mera energia incandescente può alimentare giorni e giorni di stizza, notti e notti di rancore.
Il sottotitolo del romanzo Lo diciamo a Liddy? di Anne Fine è Una commedia agra. Definizione azzeccatissima per questa storia di legami familiari complicati, di rancori sotterranei, di alleanze e conflitti tra quattro sorelle con caratteri diversi e molto ben definiti: Bridie, assistente sociale, solida custode dei ricordi familiari e grande organizzatrice delle riunioni di famiglia; Heather, professionista arida ed egocentrica; Stella, frivola consumatrice, e infine Liddy, emotiva e fragile. Con i loro mariti, figli, fidanzati, le sorelle Palmer costituiscono un variopinto intreccio di nevrosi, segreti, bugie, equilibri in continuo smottamento e riassestamento. Eppure inseparabili, sempre in contatto, a scambiarsi telefonate, visite, confidenze. A volte, come nel caso di Bridie, a scapito della famiglia che si è creata, alla quale dedica meno energie e meno attenzione.
L’annuncio da parte di Liddy del prossimo matrimonio con George, sul quale le sorelle hanno raccolto una voce calunniosa, scatena una serie di sussulti che sfociano in una guerra che darà modo a ciascuna delle sorelle Palmer di esprimere il peggio di sé: la viltà, l’egoismo, la prepotenza, la slealtà. Una guerra in cui nessuno è destinato a vincere e che cambierà la vita di tutti i personaggi, per qualcuno in modo radicale.
L’autrice delinea con grande abilità un intreccio che risulta al tempo stesso divertente e spaventoso, come spaventose e distruttive possono essere le relazioni familiari. Insomma, proprio come si avverte il sottotitolo, la Fine ci consegna, ben avvolto nell’involucro di una commedia, un vero e proprio dramma.
D’ora in poi non avrebbe più piantato lì un libro, non sarebbe più uscita a metà da un film come a volte aveva fatto per pura incredulità: ora sapeva che per spegnere la sete di vendetta possiamo arrivare a qualunque cosa. Sapeva che per ottenere soddisfazione possiamo buttare al vento tutto – verità, coscienza, gentilezza d’animo… tutto. Accecati dal livore, tessiamo le rivincite più machiavelliche.
LO DICIAMO A LIDDY?
Anne Fine
Trad. Olivia Crosio
Adelphi (gli Adelphi)
pp. 185
8.50 euro
Sono anni che non sentivo più questa esortazione ma come dimenticarla visto che ha fatto parte con altri titoli della mia estate del 1997 quando in maniera ossessivo-compulsiva mi ero ripromessa di acquistare e leggere tutti i romanzi editi da I NANI della Baldini & castaldi. Che estate!!!Indimenticabile!!
Anche a me questo romanzo ha fatto buona compagnia, Graziella.
Scusate, mi correggo; era finito anche questo titolo nella mia “collezione” pur essendo della casa editrice Adelphi!!
Grazie
Lella