Ha preso fuoco, proprio lì, sotto gli occhi dei presenti. Sarebbe meglio dire che si è data fuoco. Nessuno ha saputo salvarla. L’unico aiuto è arrivato da una donna sudamericana che ha tentato di soffocare con una giacca le fiamme che le avvolgevano il corpo. Senza successo.
Già, com’è squallido l’essere umano
La ragazza è entrata nella cartolibreria di Gemma e le ha chiesto un accendino -profondi occhi scuri, capelli neri e un’ingiusta giovinezza – . L’unico che la donna possiede, ha sopra incise le sue iniziali e quelle di suo marito Giorgio. Ci tiene particolarmente e, prima di darlo alla ragazza, le chiede di restituirglielo una volta accesa la sigaretta alla quale sarebbe dovuta servire. “Brucia il giorno per me” è ciò che la ragazza risponde, lasciando Gemma interdetta.
Esce dal negozio, si dirige al centro della piazza, vicino alla panchina, si svuota sulla testa una tanica di benzina e aziona l’accendino con incise le due “G”. La vita dei presenti è segnata per sempre.
Pilato, nell’ennesimo tentativo di attirare l’attenzione su di sé, riprende la scena con il suo telefonino, deciso a venderla al miglior acquirente. Il signor Martelli aveva seguito la ragazza fino a lì, impreparato a ciò che stava per osservare. La piccola Anna, in compagnia della sua tata Milagros, si chiude in un silenzio ancora più profondo.
Anna non si stacca mai, proprio mai, dal suo tablet. Prima almeno riuscivo a farle fare qualcosa, perché avevamo il patto che poteva tenerlo per metà del tempo in cui era a scuola. Adesso è ancora più scostante, scusi, non lo dico in senso negativo, ma proprio evita qualsiasi persona, anche me.
La più scossa è Gemma: è lei ad averle prestato l’accendino. Quando lo racconta al marito Giorgio, qualcosa nella sua espressione assume una nota tetra. Giorgio. Ecco che l’ultima frase pronunciata dalla ragazza ancora in vita, quella che Gemma aveva faticato a udire e tradotto in “Brucia il giorno per me” ora appare limpida. “Bacia Giorgio per me”. In quel preciso istante tutto crolla.
Maria Malva, se guardato al suo nucleo, è una storia sul vero significato di essere umani nella contemporaneità. Non nel senso biologico del termine, ma secondo quello spirituale. Che cosa dobbiamo vedere per provare empatia, che ci sconvolga più delle notizie, dei filmati e delle immagini che ogni giorno animano gli schermi dei nostri dispositivi?
Maria Malva è il nome della ragazza morta tra le fiamme, martire. Il suo sacrificio sembra risvegliare inconsapevolmente l’anima di chi ha vissuto i suoi ultimi momenti. La luce delle fiamme svela segreti rimasti celati per troppo tempo.
Il suicida è coraggioso o codardo, tu cosa dici? Io dico che il suicida genera sempre qualche sospetto. Forse c’era qualcosa che non funzionava nella sua testa, nel suo carattere, forse era incapace di gestire le emozioni forti, era pieno di debiti, era solo, era malato. Vuoi sapere, vuoi capire, l’empatia lascia il posto alla curiosità.
L’indagine umana compiuta da Emiliano Dominici è magistralmente condotta. Il mistero, tanto fitto da sembrare insvelabile, può essere risolto solo indagando nel passato dei protagonisti della vicenda, rivelando i tratti più celati di ciascuno. La scrittura è quasi epica, conferendo alla morte di Maria un senso quasi biblico.
Una volta immersi, staccarsi dalle pagine è quasi impossibile. Così come lo è restare indifferenti.
MARIA MALVA. BRUCIA IL GIORNO PER ME
Emiliano Dominici
effequ (Rondini)
pp. 304
euro 18