Good girls go to heaven. Bad girls go everywhere. Maria Fermi lo sa bene. Lei è una ragazzaccia, ma d’altronde, siamo negli anni ’80. Ogni ragazza ha lo spregiudicato diritto di essere ribelle.
Il disastro nucleare di Chernobyl è il presente, così come lo sono l’AIDS e l’ecstasy. Il mondo sembra andare a rotoli, eppure nel parallelo e distintissimo universo di Maria, tutto è in stallo. Tutto è successo e, allo stesso tempo, non è accaduto assolutamente nulla. A Parigi, dove studia per laurearsi in semiotica, Maria osserva la vita di città, frequenta lezioni di danza, respira e gusta l’aria pesante della metropolitana, arricchita dalle radiazioni. Ogni sera indossa la maglietta con la scritta che più si addice al suo stato d’animo, sfoggiando una moltitudine di frasi significanti che anche lei ha qualcosa da dire di sé. Esce, sola o in compagnia dell’amico Umberto, gay, saggio e senza nessun pelo sulla lingua. Beve, si cala la giusta quantità di pasticche e fuma sempre una sigaretta in più del dovuto, anche se sta cercando di smettere.
Al giorno d’oggi andare in giro è un suicidio. Ma stare a casa, che cos’è stare a casa? Una dissoluzione a fuoco lento.
Eppure non basta la vita parigina e non bastano gli anni ’80 che sembrano non dare nemmeno un giorno d tregua. La sua mente torna a Terra Base, il paese umbro dove vive il suo Marvin: lo stronzo epocale con cui una notte ha fatto sesso e che non si decide a bussare alla sua porta per stravolgerle la vita. Marvin è il suo argomento preferito. Non importa che cosa succeda nel mondo: perché i giornali non parlano dei capelli di Marvin? Se il mondo non ne capisce l’importanza, sarà lei a lodarne la lucentezza e la morbidezza. Ogni volta che ne parla con Umberto, le parole taglienti dell’amico la fanno scoppiare in lacrime. Tuttavia Maria non si lascia abbattere: lui è acido perché l’AIDS sta consumando il suo fidanzato. La decisione arriva grazie a Laure, l’amica scrittrice di storie a luci rosse. Se vuole Marvin nella sua vita allora troverà il modo di averlo. Scriverà la sua versione della storia d’amore che poteva essere ma che non è. Non ancora. Un romanzo rosa in pieno stile harmony completo di turbamenti, dubbi esistenziali, pensieri mielosi, sesso, delusioni e, alla fine, ‘vissero per sempre felici e contenti’. È qui che inizia la sua storia, in un lungo peregrinare di luogo in luogo, da Parigi a Milano, Roma, Umbria, Los Angeles, Messico. Ovunque ed in nessun posto. In un tempo in cui tutto succede, ma non ciò che aspetta Maria. Non ancora.
“E dove sei quando non sei nel qui e ora?”
“Sono nel non ancora.”
Nel romanzo Non ancora, l’autrice Cristina Pacinotti ci lancia letteralmente nella vita di Maria Fermi, la protagonista. Nonostante i temi d’attualità, non è come si potrebbe pensare. Non è un romanzo vissuto dal punto di vista oggettivo nel quale il dolore della protagonista viene utilizzato come uno specchio della società straziata dal dolore. No, l’attualità è lo sfondo sul quale si snodano le vite dei personaggi. Non ci sono eroi ed è questo a rendere il tutto perfettamente reale. Il rapporto che si ha con la protagonista è di amore e odio, proprio come accade solitamente ai protagonisti dei romanzi rosa. La amiamo nelle notti in cui è ubriaca al bar, la odiamo quando lascia andare le redini della sua vita. A tenere così ancorati alla storia è proprio il fatto che tale contrasto di sentimenti ci si presenta ad ogni pagina. La protagonista, simulando una finta ricerca di sé stessa, si allontana da Parigi in cerca risposte. Da Los Angeles al Messico, sembra non importarle nulla di ciò che la circonda. Certo, perché Maria è allergica alla realtà.
Oh mon amour, perché non mi ami? Accesa una sigaretta mi misi a letto, allungai le gambe, ma non provai a dormire, piuttosto a pensare, pensare a un uomo, ma non per pochi minuti. Pensare a un uomo, non per ricordare quello che era stato ma per immaginare quello che avrebbe potuto essere.
Che cosa se ne fa di un mondo in cui Marvin non la ama? È così che si sviluppa la sua sindrome della nonancorite. Perché non raggiungere direttamente il suo amore in Umbria? Perché non terminare il suo romanzo? Perché non tentare un nuovo amore? Perché significherebbe rinunciare all’illusione. Che sapore meraviglioso hanno le cose quando ancora non sono accadute. È così che Maria si insinua nella nostra vita. Tutti noi gustiamo dolce ricco di speranza come fosse nettare degli dèi. Tuttavia, un giorno ci risulterà stucchevole. Può succedere in una notte, nel luogo in cui mai avremmo pensato di trovarci e con una persona sconosciuta fino a poco prima. In quel momento prenderemo una strada, senza pi guardare indietro. Ad accompagnarci è una narrazione elegante che fa della semplicità e dell’immediatezza la sua carta vincente. L’autrice non si pone mai al di sopra del lettore, cercando di insegnargli qualcosa che non sa. Il punto di vista ed il livello di vita è lo stesso, senza distacco e senza egocentrismi. Meraviglioso.
a Terra base avrei potuto fermarmi e proprio per questo non l’ho fatto. Per paura della fine della possibilità del passaggio dal virtuale al fattale, per non svegliarmi e trovarmi fuori dal sogno, esule da ogni fiaba
NON ANCORA
Cristina Pacinotti
Fandango Libri
pp. 272
euro 18