Oriana una donna è la biografia della giornalista e scrittrice italiana più celebre e discussa del Novecento, Oriana Fallaci. Una donna le cui parole risuonano ancora oggi e, forse, soprattutto oggi.
Cristina De Stefano ripercorre la vita di Oriana fin dalla sua infanzia: già da qui si dimostra la donna determinata che sarebbe sempre stata.
La mia mamma raccontava sempre che, quando era incinta di me, non mi voleva. E poiché a quei tempi per abortire si beveva sale inglese, lei continuò a prenderlo tutte le sere fino al quarto mese di gravidanza. Ma una sera, mentre stava per portare il bicchiere alla bocca, io mi voltai nel suo ventre. Quasi a dirle: “Voglio nascere!”
Perché Oriana amava la vita, nonostante la povertà della sua famiglia, nonostante la guerra, evento fin da subito fondamentale nella sua vita, e nonostante la Resistenza, che vive in prima persona facendo da staffetta per portare giornali, messaggi, manifesti e armi al padre Edoardo.
Il coraggio che da subito la contraddistingue ha origine dall’esempio che le è offerto dal padre e della madre Tosca: «Ho avuto la fortuna di essere stata educata da due genitori molto coraggiosi. Coraggiosi fisicamente e moralmente. Mio padre era un eroe della resistenza e mia madre non gli è stata da meno.»
Oltre a crescere in una casa dove impara a essere coraggiosa e determinata, cresce circondata da libri. Comprati a rate i libri in casa Fallaci non mancavano mai e fin dall’età di sei anni Oriana capisce di voler diventare una scrittrice.
Terminati gli studi, grazie ad un’altra figura fondamentale per lei, lo zio Bruno, giornalista, entra per la prima volta in una redazione. È solo una ragazzina, ma da subito dimostra di possedere uno sguardo critico e originale verso il mondo, sa raccontare in modo del tutto unico quello che vede. In un ambiente lavorativo dominato dagli uomini riesce comunque a farsi strada, sa che deve dimostrare di essere brava e per farlo scrive e riscrive decine di volte gli articoli, li rifinisce con cura, si documenta con precisione meticolosa, studia, ascolta e si impegna a fondo. Non dandosi mai per vinta, accetta di scrivere sugli argomenti più disparati: costume, moda, cronaca nera. E finalmente entra a pieno titolo nella redazione de “L’Europeo”, giornale che l’accompagnerà per il resto della sua vita.
Io al giornalismo, devo tutto. Ero una bambina povera: al giornalismo devo il fatto di non essere una donna povera. Ero una donna piena di curiosità, desiderosa di vedere il mondo: e questo l’ho fatto, grazie al giornalismo. Ero cresciuta in una società dove le donne sono oppresse, maltrattate: e al giornalismo devo il fatto di aver potuto vivere come un uomo.
Fino a quando, finalmente, negli anni 50 iniziano i suoi primi viaggi come corrispondente. Nascono le prime interviste che la renderanno famosa per il suo personalissimo stile. «Non sarà quello che diranno o non diranno a stabilire l’impatto dell’intervista, ma il montaggio che Oriana farà di ogni dettaglio. Già allora il suo intuito e la sua interpretazione stanno al centro dell’intervista e portano l’interlocutore dove lei ha deciso di andare. Non c’è possibilità di sfuggire a un trattamento simile. Altra caratteristica inconfondibile è la qualità narrativa: Oriana non si limita ad allineare domande e risposte, ma costruisce una storia, con un inizio e una fine, e in mezzo una buona dose di tensione che tiene il lettore in sospeso fino all’ultima riga.» Tanto che negli anni successivi riuscirà a mettere a nudo anche i più potenti capi di Stato.
Da questo momento la sua carriera è tutta in crescendo: nel ‘56 finalmente, grazie alla rivoluzione Ungherese, diventa corrispondente di guerra. Finalmente l’incarico da sempre voluto.
Cristina De Stefano con agilità ci presenta la straordinaria vita di questa donna, tappa dopo tappa: i viaggi in America alla scoperta dei divi di Hollywood a cui non perdona davvero nulla nei suoi numerosi articoli poi raccolti nel suo primo libro “I sette peccati capitali di Hollywood”. Poi “L’Europeo” le propone un viaggio alla scoperta della condizione delle donne nei vari Paesi del mondo. Nel 1961, con l’uscita della raccolta dei suoi reportage nel libro “Il sesso inutile”, Oriana diventa una celebrità internazionale, che può affrontare i temi più importanti e diversi. Racconta con entusiasmo l’eccezionale evento dello sbarco sulla Luna vivendo per lungo tempo presso la Nasa, in stretto contatto con gli astronauti. E poi arriva il 1967, Oriana incontra per la prima volta il Vietnam e il suo primo grande amore, François Pelou, direttore dell’Agence France-Press e la sua vita ha un nuovo inizio.
Con la pubblicazione di “Niente e cosi sia” nel 1969 Oriana racconta la guerra, la giustizia sociale, il potere e la morte.
La cosa più preziosa che le regala il Vietnam non è la fama – che pure ormai è internazionale – o il rango di corrispondente di guerra – che le apre la strada oer le interviste con i potenti del pianeta – ma quest’uomo di poche parole, quasi burbero, che la capisce e la rispetta, e che potrebbe diventare il compagno di tutta la sua vita, se solo lo volesse.
Alexandros Panagulis è il secondo uomo con cui Oriana condividerà vita e lavoro. Quando lo vede per la prima volta di lui dirà: «Non fu certo attrazione fisica quella che provai. È che in lui riconobbi davvero tante creature da me conosciute per il mondo, creature che avevano donato la loro vita a un ideale e che, per quell’ideale, avevano conosciuto torture bestiali, galera, spesso la morte.»
Ma la loro storia sarà tormentata fin dal primo giorno. Oriana è destabilizzata da questo rapporto, solo in amore crolla la sua durezza, la sua forza e la sua indipendenza di donna che sa vivere da sola. Di Alekos avrà sempre, inevitabilmente, un bisogno ossessivo.
Negli stessi anni la sua vita privata è segnata anche dalla perdita della madre, mentre quella pubblica dall’uscita di un libro, nel 1975, che farà scalpore: “Lettera a un bambino mai nato”, monologo tra una madre e il figlio, che porterà alla luce argomenti scottanti come quello dell’aborto, della donna single, e del rapporto tra maternità e lavoro.
E poi c’è la Storia che entra prepotente nella vita di Oriana: gli anni Ottanta sono segnati dai primi scontri tra Occidente e Oriente, un rapporto che la Fallaci vuole da subito comprendere a fondo e che presenta ai suoi lettori con il libro “Insciallah”, un romanzo quasi profetico dove parla di terrorismo, politica e religione. È un libro che la impegna molto, a cui dedica, come per ogni suo lavoro, tutto il suo tempo. Fino a quando il suo corpo le chiede di fermarsi e di essere ascoltato: le viene diagnosticato un tumore al seno.
«D’un tratto ha l’impressione che la vita cominci a stringersi intorno a lei. Ha sempre avuto un rapporto difficile con il tempo, che anche da giovane non le bastava mai per tutte le cose che voleva fare, ma ora ha l’impressione che le sfugga di mano.»
Mentre si dedica al romanzo familiare da lei sempre sognato, che uscirà postumo, “Un cappello pieno di ciliegie”, isolata nel suo grande silenzio newyorkese, lontano dal giornale, dalle interviste, dai parenti e da tutti quelli che la cercavano è di nuovo la Storia a farsi sentire. La tragedia dell’ 11 settembre 2001 ci riporta Oriana Fallaci tra le pagine dei giornali, questa volta non può tacere, anzi. Le basta un articolo di quattro pagine per far esplodere l’opinione pubblica. Questo articolo intitolato “La Rabbia e l’Orgoglio” diventerà successivamente un libro di fama mondiale. Scoppia una gigante polemica contro le sue parole, numerose sono le accuse e le denunce che riceve per incitamento all’odio razziale e religioso; da questo periodo nascono altri due testi: “La Forza della Ragione” e “Oriana Fallaci intervista sé stessa. L’Apocalisse” che occuperanno gli ultimi anni della sua vita.
Quando “l’alieno”, nome che lei stessa ha dato al suo cancro, prenderà il sopravvento abbandona New York per tornare in Italia, tra le colline della sua amata Toscana.
Io non ho mai capito la morte. Non ho mai capito chi dice la morte è normale, la morte è logica, tutto finisce quindi anch’io finirò. Io ho sempre pensato che la morte è ingiusta, la morte è illogica, e non dovremmo morire dal momento che si nasce.
Perché Oriana ama la vita in tutte le sue forme, in tutti i suoi momenti, in tutti i suoi ostacoli. La ama con le sue contraddizioni, la ama durante la guerra e davanti alla macchina da scrivere. E ogni suo libro diventa alla fine un inno alla vita dove emergono passione, coraggio e orgoglio. Questo lo trasmette anche Crstina De Stefano che ci presenta una Donna in tutte le sue sfaccettature. Come per i testi scritti da Oriana, anche qui ci sentiamo parte della storia, il lettore cresce accanto alla protagonista, con lei combatte, ama, soffre e alla fine piange.
È un libro per tutti quelli che hanno già un po’ conosciuto Oriana attraverso i suoi testi perché possono meravigliarsi ancora, ma anche per quelli che non hanno mai letto nulla di suo, perché inizierebbero ad amarla da subito.
Oriana. Una donna
di Cristina De Stefano
Rizzoli (collana Saggi italiani)
Anno 2013
Pagine 312
€ 19,00
Foto di Francesco Castaldo