SCRITTI DI PENSIERI CHE MUTANO: INTERVISTA A CARLA MAGNANI

Scritti di pensieri che mutano è una raccolta di quarantatré racconti brevi, alcuni brevissimi. Le tematiche sono varie; i protagonisti di ciascuna istantanea hanno in comune l’attitudine a riflettere su se stessi e sul momento esistenziale che attraversano, quasi sempre di crisi, di sospensione, quasi di arresto e titubanza nel passaggio da uno stadio a un altro. La scrittura è limpida, elegante; la brevità dei racconti, lungi dal lasciare il lettore insoddisfatto, offre alla sua attenzione un frammento di vita in sé concluso.
L’autrice ha accettato di rispondere a qualche mia domanda.

Carla Magnani, quali sono per te difficoltà e vantaggi specifici, dal punto di vista dell’autore, della dimensione narrativa breve? A cosa deve stare attento chi scrive un racconto breve? E quali lussi invece può concedersi che non sono permessi nella scrittura di un’opera più lunga?

Come difficoltà elencherei il pericolo di non riuscire, in un numero limitato di pagine, a centrare ciò che vuoi trasmettere al lettore, l’argomento fulcro del racconto, lo stesso che ti ha spinto a scrivere.Se la scrittura necessita di ‘togliere’ per dare maggiore consistenza a ogni singola parola, nella brevità si esaspera questo aspetto, non puoi permetterti divagazioni, devi ‘stare sul pezzo’ e, nel continuo sfoltire, è più complessa la ricerca del solo termine che meglio di altri si adatta. Circa il lusso concesso a chi scrive narrativa breve lo individuo nel minor rischio di imbattersi in ripetizioni e di incorrere in cadute di stile e di contenuto.

Questi racconti si sono accumulati lentamente nel tempo, immagino. Quanto tempo? E quando è nata l’idea di farne una raccolta?

Non so quantificare il tempo impiegato a terminare questo libro di racconti. È successo che, finito uno scritto, subito ne sia seguito un altro, così come ci sia stato un intervallo più o meno lungo prima di iniziarne uno nuovo.
L’idea di farne una raccolta è avvenuta grazie all’incontro con gli editori di Chance Edizioni disposti a pubblicare racconti, purché corrispondenti alla loro linea editoriale. Purtroppo questo è un genere letterario ignorato da molte case editrici italiane, ma che ha lettori fedeli, specie all’estero.

Possiamo dire che il filo conduttore che lega fra loro i racconti è il cambiamento? Un cambiamento a volte in atto, che spiazza o addolora, oppure soltanto immaginato, presagito, al quale ci si prepara chiamando a raccolta le proprie risorse.

Il tempo, inteso come passato, presente e futuro, occupa in me uno spazio sempre più rilevante. E che cosa è il tempo se non mutamento? Cambiamo nel fisico, nella mente, la società si trasforma tanto da faticare a starle dietro, arrivano nuovi incontri e sommiamo abbandoni, ci proiettiamo nel domani con continui ritorni a quello che è stato mentre ci muoviamo nell’oggi coperti di armature che sono le uniche a restare immutate.

Ogni racconto offre un punto di vista differente: i protagonisti sono vecchi, giovani, uomini, donne, persone realizzate, emarginati, persone soddisfatte o inquiete o sofferenti, rassegnate o ancora convinte che valga la pena di cambiare strada. È dall’osservazione della realtà che nascono questi ritratti di creature che vivono o ricordano o attendono un cambiamento? Da appunti che magari hai segnato su un taccuino o in un diario?

Quello che amo nello scrivere racconti è proprio il poter dare spazio a più storie con protagonisti diversi tra loro, cosa impensabile da inserire in un unico romanzo. I vari aspetti della vita affrontati da chi ne rappresenta le peculiarità sono alla base dei miei racconti. Realtà e fantasia diventano un tutt’uno, accompagnano esistenze a perdere, vittorie e sconfitte, attese e rinunce, inizi e conclusioni. Non tengo un diario, mi affido alla memoria, al massimo appunto su un foglio una frase che poi inserisco nel testo.

Che cos’è la scrittura per te, che posto occupa nella tua vita?

La scrittura è l’occasione per trasformare la vita in parole e questo mi porta a scandagliarne i vari aspetti. Conoscenza, quindi, che parte da me stessa per arrivare a ciò che può sembrare distante e invece ci appartiene. Insieme alla lettura fa parte del tempo prezioso che mi concedo e percepisco come regalo della vita.

C’è una domanda che non ti ho fatto e alla quale invece ti piacerebbe rispondere?

Sì. Riguarda la descrizione del genere racconto fatta da altri scrittori. La mia scelta cade su: “Il romanzo vince ai punti, il racconto per Knockout”. Citazione di Julio Cortazar. Breve e diretta, proprio come il racconto.

Nata in Toscana, a Piombino, da anni risiede in Lombardia.
Laureata in Lettere Moderne, ha insegnato in diversi istituti superiori e scuole medie della provincia di Milano e Brescia.
Con recensioni e racconti è presente in alcuni numeri della rivista Satisfiction
Ha pubblicato due romanzi: Acuto (Gilgamesh Edizioni) e L’ombra del vero (Le Mezzelane Casa Editrice).

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