Cassandra era l’esecutrice letteraria della sorella; la custode della sua fiamma; la protettrice del suo lascito.
Sembra che Jane Austen abbia scritto migliaia di lettere ma sono poco meno di duecento quelle che possiamo leggere. Sembra sia stata Cassandra, l’amata sorella, a distruggere la parte più ingombrante dell’epistolario. Con Miss Austen (Ed. Beat, traduzione di Alessandro Zabini), Gill Hornby vuole mettere la penna nelle mani di Cassy per consentirle di raccontare la storia di Jane come avrebbe dovuto essere ma anche per renderla infine protagonista dopo la morte dell’attrice principale.
Cassandra, come una moderna consulente d’immagine, insegue il proprio obiettivo di idealizzare la reputazione di Jane fino a Kintbury, il luogo che avrebbe dovuto accoglierla da sposata, in quel breve sogno di vita ordinaria che non si è realizzato. E qui, la “semplice, buona, onesta” canonica, prima ancora delle lettere, illumina i ricordi e permette a noi di vedere meglio nella sua vita. Continua a leggere