IL MESTIERE DI SCRIVERE di Raymond Carver

Ogni lettore, a un certo punto della sua carriera, dovrebbe fare mea culpa. Il motivo è molto semplice e non ammetterlo sarebbe ipocrisia: siamo egoisti. Gli scrittori con fatica hanno riempito pagine e pagine, mentre editor e traduttori hanno lavorato per portare a noi lettori questi libri. Noi in cambio abbiamo fatto ben poco, al più abbiamo speso un po’ di soldi e abbiamo dedicato loro qualche ritaglio di tempo Ammettiamolo, spesso come lettori siamo ingenerosi. Cosa possiamo fare, allora, per gli autori? Ascoltare con più attenzione ciò che vogliono dirci. Andare oltre la pagina. Avvicinarsi al lato più umano della letteratura.

Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.

Una volta impegnati in questa missione, ciò che si scopre è inaspettato. Raymond Carver, ad esempio, non cerca di raccontare bugie, la realtà è semplice, anche quella degli scrittori.

Alcolizzato, mai troppo felice e intrappolato in un matrimonio distrutto. E nei suoi libri è questo che dice. Lo stile minimale dell’autore è diventato iconico e ha fatto di lui un insegnante di Creative Writing presso alcuni dei più prestigiosi college degli Stati Uniti. Continua a leggere

IL PETALO CREMISI E IL BIANCO di Michel Faber

Vieni con me ora, via dalle strade ripugnanti della città, lontano da stanze che olezzano di paura e d’inganno, dai patti stretti con cinismo del bieco. L’amore esiste.

Abbandona i pregiudizi. Siediti. Dimentica ciò che stavi facendo e parti. Non hai bisogno di portare nulla con te. Leggerai di Sugar, prostituta da tutta la vita che ha perso la sua purezza e l’innocenza per mano di sua madre. L’accompagna quell’aura misteriosa che si crea attorno a ciò che è spezzato, frammentato e sregolato. È la più famosa e ambita prostituta di Londra. Non c’è servizio che Sugar non offra. Di lei gli uomini sanno poco, corrono voci e storie, ma nessuno sa davvero chi sia. Le domande sul suo conto vagano di bocca in bocca in cerca di risposte che William Reckhman, ricco propretario delle Profumerie Reckham, vuole trovare.

Sugar è davvero diversa dalle altre. Non le basta certo intrattenere qualche uomo ubriaco e villano che cerca in lei le attenzioni perse della moglie, o il desiderio represso per il suo stalliere, o, ancora, le braccia premurose della madre che non li ha mai cullati. Continua a leggere

MEMORIE DI ADRIANO di Marguerite Yourcenar

La convenzione ufficiale vuole che un imperatore romano sia nato a Roma, ma io sono nato a Italica; a quel paese arido e tuttavia fertile ho sovrapposto in seguito tante regioni del mondo. La convenzione ha del buono: dimostra che le decisioni dello spirito e della volontà hanno la meglio sulle circostanze. Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri. In minor misura, le scuole.

Chissà se mentre scriveva Le memorie di Adriano la scrittrice Marguerite Yourcenar era consapevole di scrivere uno dei libri capolavoro della letteratura del ‘900, quello che è sicuro è che ci è riuscita.
Pubblicato nel 1951, Le memorie di Adriano è l’incontro perfetto tra due delle più nobili e fondamentali materie umanistiche, letteratura e filosofia.
Difficile da descrivere, quasi impossibile raccontarlo, il romanzo di Marguerite Yourcenar ci porta oltre la vita proprio quando sta per finire, quando ci regala il suo ultimo scherzo nostalgico per ricordarci che comunque siamo ancora vivi e che comunque le cose possono ancora cambiare. Continua a leggere

PRIMO LEVI: IO CHE VI PARLO. Conversazione con Giovanni Tesio

In questo volume smilzo, Giovanni Tesio ci consegna una testimonianza nuova benché vecchia di circa trent’anni. Tre conversazioni con Primo Levi che si svolsero tra il 12 gennaio e l’8 febbraio, pochi giorni prima della morte dello scrittore.
Primo Levi è tra gli autori italiani più tradotti e più letti degli ultimi decenni. Di lui sappiamo molto, e la mole dei lavori critici che lo riguardano è ormai imponente, ma nel 1987, quando Giovanni Tesio si accingeva a raccogliere materiale per una biografia autorizzata, le cose erano in parte differenti.

Hai già in mente un piano di battaglia?

Inizia così, con una domanda dell’intervistato all’intervistatore. Tesio propone di procedere in ordine cronologico, e infatti Levi arriverà a parlare della resistenza, della sua cattura e dell’internamento a Fossoli, non oltre. Non ci sono riferimenti al periodo passato ad Auschwitz, solo qualche accenno alle esperienze lavorative subito dopo la guerra, null’altro. Continua a leggere

LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE di Mark Haddon

LostranocasodelcaneChristopher, quindici anni, vive con il padre e un topo di nome Toby, ma se fosse lui a descriversi in prima persona, così come in prima persona avviene la narrazione stessa del romanzo, probabilmente invertirebbe l’ordine. Perciò: Christopher vive con Toby e con suo padre. Quindici anni e la sindrome di Asperger a complicare un’età già di per sé complessa, Christopher odia il giallo e il marrone; sopra ogni altra cosa detesta le banane, perché sono gialle e come se non bastasse diventano marroni.
La narrazione scaturisce da un fatto accaduto una notte, quando il ragazzo trova il cane della vicina morto in giardino, trafitto da un forcone. Amante dei libri gialli, Christopher decide di scoprire chi sia il colpevole di quel delitto, proprio come farebbe il suo mito Sherlock Holmes.
Quello del cane ucciso a mezzanotte non è, tuttavia, il solo mistero che il ragazzo si troverà a disvelare nel corso della narrazione: c’è un segreto molto più grande che suo padre gli ha nascosto, con quella protezione genitoriale che non si sa mai quanto sia amore e quanto sia egoismo. Forse perché è inscindibilmente entrambe le cose. E poi ci sono gli enigmi piccoli, quotidiani: la sindrome di Asperger (anche se Christopher preferisce definirsi semplicemente uno che ha “problemi comportamentali”), non gli permette di codificare le reazioni, le emozioni o semplicemente le parole delle persone con cui entra in contatto; anch’esse, perciò, diventano per lui nient’altro che “uno strano caso” da risolvere, più che la possibilità di legami da suggellare: Continua a leggere