La prima immagine che mi è venuta in mente quando ho finito di leggere le 670 pagine de “Grande Nudo” dell’autore sardo Gianni Tetti è quella di essere finito in una palude. È un libro che si presenta con una copertina accattivante, ben confezionato dagli editori della Neo. Ci infili un piede dentro, rimani sbigottito dalle prime pagine. Ti chiedi “dove sono finito?” e inizi a sprofondare.
Finisci in una Sardegna cupa, cupissima, zeppa di cani che la fanno da padroni, abitata da una popolazione dolente e affamata dalle carestie. Sassari è una città nera, mostra al lettore/visitatore una facciata apocalittica e cattiva.
Cerchi di uscire da questa palude, ma invece ne vieni sempre più risucchiato, pagina dopo pagina, finché ti accorgi che divincolarsi e cercare di fuggire non serve a nulla, ma continuare a rimanere immersi ha un fascino sinistro, addirittura piacevole. Continua a leggere