Ho trovato A colpi d’ascia in una catasta di libri usati. La mia copia ha la copertina scorticata, qualcuno direbbe vissuta, io dico semplicemente rovinata, ma che importa? A colpi d’ascia. Che titolo!
Associato all’autore de Il Soccombente poi, ha tutta la forza di un pugno in faccia e il fascino di una rissa interminabile.
Me lo sono portato via dal negozio a un prezzo ridicolo e per tutto il resto della giornata non pensavo ad altro: A colpi d’ascia. Me lo ripetevo a fior di labbra e già alla parola “d’ascia”, quando la lingua ti si spalma sul palato, mi sembrava di gustare tutto il livore e il lucido cinismo di Bernhard, un veleno che da dipendenza. L’ho letto, ininterrottamente, come schiacciata da un attacco bulimico che non da scampo. Continua a leggere