Lo ammetto: i libri che parlano di libri, di scrittura e di scrittori sono il mio pallino. Ne ho una libreria piena e ancora non mi bastano. Perciò, quando ho visto “Il ladro di nebbia” di Lavinia Petti e ne ho scorso le prime righe, ho subito voluto farlo mio. Più ancora dopo che il libraio, vedendomi già irretita dalla prima pagina, ha esclamato alle mie spalle “stupendo!” senza troppi giri di parole. Trattandosi di un giovane libraio vecchio stampo, di quelli che i libri prima di venderli li leggono anche, ho deciso di fidarmi carica di aspettative. Chi fosse questa Lavinia Petti non ne avevo idea. “Un’esordiente”, mi aveva detto, aggiungendo curiosità alla mia voglia di leggere. Così, una volta a casa, quando ormai fuori era buio, ho ripreso la lettura pronta a finirla quella notte stessa.
Ma qualcosa non ha funzionato e l’incantesimo si è rotto. Continua a leggere