Con “La vita è uno schifo” Léo Malet sconfina dal romanzo giallo/poliziesco per inoltrarsi in un terreno ancora inesplorato che sfocerà in un nuovo genere definito noir. Il romanzo racconta la storia di Jean Fraiger, un anarchico che, assieme ad altri collaboratori, cerca di finanziare un progetto rivoluzionario mediante una serie rapine; se tali rapine in una fase iniziale hanno i connotati di espropri proletari, con il passare del tempo diventano semplici modi per un arricchimento personale da parte del protagonista, in particolare dopo che un gruppo di scioperanti si è rifiutato di utilizzare il denaro ottenuto illecitamente per finanziare ulteriori azioni di lotta operaia. Il protagonista comincia così ad accumulare soldi al solo scopo di conquistare Gloria, una donna già sposata di cui si è innamorato. Per un momento pare che proprio la donna potrà essere la chiave di volta per la risoluzione di quel puzzle disordinato che è la vita di Jean, ma, come ben spiega Luigi Bernardi nella Prefazione, nel noir nessun mosaico, in realtà, viene mai ricomposto. Continua a leggere