Nel suo ultimo romanzo dal titolo Nel guscio, Ian McEwan ci presenta una narrazione il cui punto di vista è del tutto originale.
Siamo a Londra, Trudy è al nono mese di gravidanza, vive con un tizio di nome Claude in un lurido e decrepito edificio su Hamilton Terrace ereditato da John Croincross, nient’altro che ex marito di Trudy e fratello di Claude. Tutto questo è un feto a raccontarcelo, ecco il geniale e forse irreale punto di vista che McEwan ci presenta nel suo ultimo romanzo edito Einaudi.
Già a partire dall’incipit la narrazione è folgorante:
Dunque eccomi qui, a testa in giù in una donna. Braccia pazientemente conserte ad aspettare, aspettare e chiedermi dentro chi sono, dentro che guaio mi sto per cacciare.
A questa narrazione il lettore deve lasciarsi andare, abbandonando la ragione e vagando solo con la fantasia. In questo modo il feto non solo non ci sembrerà tale, ma diventerà un narratore che ha le sembianze di un personaggio reale e adulto, che si nasconde dietro le quinte della casa in cui si svolge l’intera vicenda. Continua a leggere