Marcello Gori, trentenne viareggino laureato in Lettere, si lascia pigramente vivere e non sogna il successo. Sostanzialmente disoccupato, si rifiuta di lavorare nel bar di suo padre e trascina un’esistenza fatta di soddisfazioni mediocri e orizzonti angusti.
Io a trentun anni non sono molto diverso da quello che ero a ventidue, che a sua volta non era granché diverso da quello che ero a sedici. Se considero i traguardi che ho raggiunto, semplicemente, non ne vedo: checché ne pensi mia madre, una laurea in Lettere nel ventunesimo secolo non può essere considerata un traguardo. A oggi ancora non sono stato in grado nemmeno di prendere un cane, per dire. O di finire Morte a credito.
I suoi amici gli assomigliano; la sua fidanzata no. Letizia, laureata in Medicina, energica e volitiva, è determinata a raggiungere obiettivi che considera vitali. La loro relazione tranquilla e grigia non sfolgora di passione, ma se la fanno bastare.
Nella routine di Marcello tutto cambia quando, per una serie di circostanze che s’incastrano una nell’altra trascinandolo in un’avventura alla quale non riesce a sottrarsi, conquista una borsa di dottorato in Italianistica.